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Appunti di storia "sanfioranina"

SAN FIORANO viene citato per la prima volta in un documento dell'anno 997. Era feudatario ROGERIO di Bariano, investito in tale carica dall'imperatore OTTONE III. Questo prezioso documento è stato rinvenuto da Antonio Ludovico Muratori nell'archivio dei canonici di Cremona.
E' però da tener presente che, in territorio di San Fiorano, durante lavori agricoli sono stati rinvenuti mattoni, tegole e monete risalenti al periodo romano: è perciò da supporre che anche in epoca più remota i nostri territori fossero abitati e i nostri terreni coltivati; purtroppo ancora non sono stati rinvenuti documenti che attestino queste presenze.

A causa del suo possesso sanfioranese, Rogerio di Bariano il 5 agosto dell'anno 1000 ebbe una lite con ANDREA, vescovo di LODI, giudicata da Benzone conte di LODI nel placito di Turano.
Il castello sanfioranese nel 1216 fu atterrato dai Milanesi alleati ai Piacentini nella guerra contro Pavesi, Lodigiani e Cremonesi. Fu però ben presto ricostruito, se nel 1239 fu preso e incendiato dai Piacentini in guerra coi Lodigiani, che parteggiavano per l'imperatore FEDERICO II di SVEVIA. Ricostruito, fu di nuovo conquistato dai Milanesi ne1 1278, ma in seguito i Lodigiani, alleati ai Cremonesi se ne impadronirono e lo distrussero.
Il castello, tornato a nuova vita come l'araba fenice, servì da rifugio ai Tresseni, fuggiaschi da Lodi per motivi politici, che tennero San Fiorano fin verso la fine del XV secolo.

Il poderoso maniero sorgeva a ponente dell'attuale paese, come si può ben vedere in una mappa datata 1597, documento nel quale è denominato "CASTELLAZZO". Da un piccolo promontorio il castello dominava l'attuale Bassa che all'epoca doveva essere coperta in gran parte da boschi, canneti e dalle acque del lago BARILLI, che si estendeva fra SAN FIORANO, FOMBIO, GUARDAMIGLIO e non era altro che una morta del grande fiume PO periodicamente allagata dalle sue acque allora non contenute da argini. Nei secoli successivi fu bonificato dal duro lavoro dei nostri avi sempre alla ricerca di nuove terre da coltivare: in ciò furono aiutati e guidati dai monaci della vicina ABBAZIA di Santo Stefano al Corno.
Di fianco al castello, sull'area dell'attuale cimitero, sorgeva la chiesa plebana di Santa Elisabetta, citata in un documento del 1261, anno in cui pagava una tassa al Vescovo di Lodi. Era la Chiesa del vecchio paese, essendo l'attuale costruita a partire dall'anno 1502. Narra Lorenzo Monti, storico codognese della fine del XVIII secolo, come nelle mura esterne dell'abside, rivolte verso il lago Barilli, fossero infissi dei grossi anelli di ferro che servivano per ancorare le barche dei pescatori.

All'inizio del XVI secolo tutta la proprietà di SAN FIORANO passò alla famiglia milanese dei TRIVULZIO; nel 1543 il conte GIAN FERMO TRIVULZIO ottenne dall'imperatore di Spagna CARLO V il permesso di tenere un mercato in una delle sue terre e fissò questo privilegio in SAN FIORANO, come è ricordato da una lapide marmorea fissata nel luogo ove si svolgeva questo importante momento di vita commerciale. Il luogo è ancora chiamato "PIASSA DAL MARCA'" e si trova di fronte al palazzo sede del Municipio.
Il mercato di SAN FIORANO nei secoli scorsi era molto rinomato e richiamava commercianti e curiosi da tutto il circondario; gli ultimi affari si sono consumati sotto i portici della "cascina granda" fino ai primi colpi di cannone della guerra 15/18. Nei giorni immediatamente precedenti la SAGRA patronale del 4 Maggio, si svolgeva in paese una grande fiera detta di Santa Croce che godeva di grande fama presso tutte le terre del medio corso del Po. Il poeta lodigiano JACOPO GABIANO (sec. XVII) fa cenno del mercato di San Fiorano nel suo poema "LAUDIADE".

Il 16 maggio 1645 GIANGIORGIO PALLAVICINO acquistò il feudo di SAN FIORANO, iniziando cosi il "dominio" della sua casata sul paese. Il più illustre discendente della nobile casata fu senza dubbio GIORGIO GUIDO, il grande patriota del risorgimento italiano.
Nato a Milano il 24 aprile 1796 da GIORGIO PIO e da ANNA BESOZZI, partecipò ai primi moti rivoluzionari e consigliato da Federico Confalonieri si recò a Torino da Carlo Alberto. Rientrato a Milano fu arrestato dalla polizia austriaca e condannato a morte il 9 Ottobre 1823, pena in seguito commutata dall'imperatore d'Austria in venti anni di carcere duro da scontarsi nel terribile carcere dello SPIELBERG. Liberato per amnistia in seguito alla morte di FRANCESCO I fu però deportato.
L'anno 1838, finalmente libero, sposò ANNA KOPPMANN, figlia del governatore di Praga, città nella quale era stato confinato. Tornato nella sua amatissima SAN FIORANO, condusse vita ritirata dedito alle sue occupazioni di marito, padre e amministratore delle sue finanze. Fece abbattere il vecchio palazzo, ormai cadente, dando inizio alla costruzione della magnifica dimora situata al centro del paese.
Riprese l'attività politica, in realtà mai del tutto dimenticata, e fu chiamato da GIUSEPPE GARIBALDI per amministrare Palermo e Napoli dopo la conquista delle due città operata ad opera dei "MILLE" nel 1860-1861. Fu presente allo storico incontro di Teano in cui GIUSEPPE GARIBALDI consegnò al RE VITTORIO EMANUELE II il regno delle due Sicilie appena conquistato con i suoi "MILLE".
In seguito fu eletto SENATORE nel primo parlamento costituito a Torino dopo l'unità d'Italia. Morì il 4 agosto 1878 e fu sepolto nella cripta di famiglia situata sotto la chiesa parrocchiale di San Fiorano, chiesa sulla quale esercitava diritto di "patronato".

La CHIESA PARROCCHIALE, fondata nel 1502, venne ampliata nelle forme attuali nel 1643. La marchesa OLIMPIA PALLAVICINO fu prodiga di aiuti finanziari per il suo completamento: chiamò a lavorare a San Fiorano abili stuccatori, che realizzarono tutte le opere dell'altare maggiore e dei quattro altari laterali. Commissionò, inoltre, a pittori cremonesi e emiliani i quadri dell'abside che andarono a far cornice all'opera pittorica più importante esistente nella chiesa, la bellissima tavola di scuola leonardesca raffigurante l'offerta dell'agnello fatta da San Giovanni Battista all'Agnello Gesù in braccio alla Madonna, con ai lati il Santo Patrono SAN FLORIANO MARTIRE e la compatrona SANT'AGATA. Molto bello anche il coro ligneo della fine del XVII secolo in legno.
Nel 1903, in occasione del XVI centenario della morte del protettore del paese SAN FLORIANO, il parroco don ALESSANDRO TORCHIANI volle portare a termine la decorazione della chiesa, prendendo a modello gli altari laterali e l'abside. Chiamò allo scopo i valenti stuccatori bergamaschi fratelli PERICO, che eseguirono gli stucchi della volta e delle lesene; contemporaneamente il pittore, lui pure bergamasco, GIUSEPPE CARNELLI eseguì gli affreschi della volta con scene del MARTIRIO e GLORIA DI SAN FLORIANO; sopra l'ingresso del bel fonte battesimale è posto il BATTESIMO DI CRISTO. L'autore delle opere aveva ben presenti durante i suoi lavori nella nostra chiesa gli affreschi di G.B. Tiepolo nella Cappella Colleoni di Bergamo e nella volta del duomo della città orobica.

Di fianco alla chiesa sorge un piccolo Oratorio, chiamato volgarmente chiesina, il cui interno è diviso in tre navate da colonne in granito di uguale altezza. Sulla parete sinistra un grande dipinto su muro celebra il sacrificio dei caduti della prima guerra mondiale: l'opera è stata eseguita dal prof. MARIO ALBERTELLA nel 1920.

Un piccolo chiostro delimita l'area del vecchio cimitero, che è familiarmente chiamato il MORTORINO: sulle pareti sono affrescate le stazioni della VIA CRUCIS, sopra l'altare è affrescata la MADONNA DELLE GRAZIE che, per intercessione di SAN FLORIANO, porta in paradiso le anime del Purgatorio. I dipinti, eseguiti nel 1767, due anni dopo la costruzione del quadriportico, sono probabile opera del pittore varesino G.B. RONCHELLI allievo del MAGATTI e suo probabile aiutante durante i lavori della Via Crucis, ormai perduta, della chiesa delle Grazie (volgarmente dei Frati) a Codogno.

Sanfioranesi illustri furono pure i fratelli PIETRO e PAOLO POLENGHI. Pietro Polenghi fondò la società divenuta famosa come "POLENGHI - LOMBARDO". A San Fiorano, per merito suo, sorse nel 1897 il primo stabilimento per la lavorazione industriale del latte, "LA LATTERIA", per la trasformazione della materia prima proveniente in abbondanza da tutte le cascine della zona. Nel 1928, sempre in paese, ampliò e ammodernò un preesistente SALUMIFICIO, esportando in tutti i paesi del mondo i salumi ivi prodotti. I fratelli POLENGHI erano anche grandi proprietari terrieri, sempre pronti a introdurre nuove forme di colture, e nel 1921 crearono un grande vivaio di piante ornamentali e da frutto; estesero poi la loro attività anche ai fiori, rendendo così San Fiorano paese famoso per i suoi floricoltori e vivaisti.

Un personaggio senz'altro da ricordare è ANGELO ARBASI. Nato in cascina, precisamente alla Balbana nel 1895, si comportò eroicamente durante la battaglia del monte Rotek, avvenuta il giorno 4 agosto 1915, e si meritò la medaglia d'oro al V.M. .


Articolo tratto da: San Fiorano online - http://sanfiorano.altervista.org/
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